Questo è il sito cristallizzato a come era il 26 Giugno 2006, giorno in cui la riforma fu bocciata dal popolo Italiano.
Il sito attuale è www.laCostituzione.it


si scrive www.laCostituzione.it ma si legge viva, viva, viva laCostituzione italiana

 

non è dittatura ma qualcosa di perfettamente regolare

Vorrei far notare che:
  1. la camera può SEMPRE dimettere il primo ministro. si continua a fare propaganda da sinistra come se qesto non fosse.
  2. la riforma delle competenze regionali da allo stato la competenza della redazione delle leggi cornice, ma alle regioni quella delle leggi particolari, secondo un razionale principio di decentramento (promosso dal Costituente stesso!)
  3. in ultima analisi ci sarà sempre e comunque il voto del popolo, a meno che le ultime votazioni non promuovano la riforma a maggioranza dei due terzi, cosa che non succederà. Si sta urlando alla dittatura per qualcosa di perfettamente regolare e potenzialmente benefico...

Andrea
23 Aprile 2005

Risposta di Emanuele

Hai ragione: la Camera può sfiduciare il Primo Ministro (PM) però essa viene automaticamente sciolta e si va ad elezioni anticipate!

L' unico modo di evitare il voto è che la mozione di sfiducia designi un nuovo PM e che sia proposta ed approvata da parte dei deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della Camera (art 94 comma 5).

I parlamentari di opposizione sono fuori dal gioco sia per sostenere il Governo uscente (chi sa mai!) (art. 94 comma 4) sia per indicare un suo sostituto per evitare le elezioni anticipate (art 94 comma 5).

Mi sembra che in tutti gli altri casi la Cameria si sciolga e si vada alle elezioni (se sbaglio ti prego di correggermi). Quindi una mozione di sfiducia significa nella maggior parte dei casi il "suicidio della Camera".

La storia e l' attualità ci insegnano quanto sia facile che qualcuno abbia o prenda il controllo di un partito politico e come tale arrivi ad essere PM

La Camera puo sfiduciare il Governo, ma facendolo si "suicida". Tale "suicidio" sarà un evento rarissimo poichè i deputati (ormai uscenti) della ex maggioranza per continuare a fare politica in Parlamento devono essere ricandidati proprio dal partito del PM da loro sfiduciato con voto palese.

Vogliamo illuderci che un che un tale capo di partito ricandidi i deputati del proprio partito che lo hanno "tradito" designando un altro come PM? Il ricatto implicito è tale che alcuni PM non saranno mai sostituiti dalla propria maggioranza politica! Con questo sistema il controllo del Parlamento sull' esecutivo in realtà NON esiste ed il Parlamento sarà un mero esecutore della volontà del PM

La nuova Costituzione impedirà i ribaltoni, ma non sempre questo è un vantaggio per il Paese.

Per evitare le elezioni sarà necessario che il nuovo candidato sia proposto dalla stessa maggioranza parlamentare del PM "uscente". Ma è sufficente che un "nucleo duro" di sostenitori del PM rifiuti di designare ed accettare un suo successore che si deve per forza andare alle elezioni.

Un po di numeri:
membri della Camera = 518
maggioranza parlamentare necessaria per avere la fiducia = 518/2 + 1 = 260
maggioranza parlamentare che sostiene l' attuale PM = 300
maggioranza parlamentare necessaria per sostituire PM = 260

Questi 260 devono necessariamente fare parte della stessa maggioraza che sostiene l' attuale PM e quindi è sufficente che un gruppo di 300-260 = 40 fedelissimi dell' attuale PM rifiutino di cambiare PM che sia necessario andare alle elezioni! Non sarebbe possibile infatti approvare "una mozione di sfiducia, con la designazione di un nuovo Primo ministro, da parte dei deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della Camera" come recita il quinto comma del nuovo art 94.
Nell' esempio precedente avremo che 40 deputati tengono in scatto tutti gli altri 478 !

Immaginiamo che la politica di un governo, (ossia del PM che la dirige) ci abbia portato ad una grave crisi economica (o in una lunga e disastrosa guerra). Anche se la quasi totalità della Camera (maggioranza ed opposizione) volesse sostituire il PM e fosse d' accordo su un certo nome, potremmo essere costretti ad andare ad elezioni anticipate (anche se fossimo in caso di guerra!)

Non credo che queste siano considerazioni ne di destra ne di sinistra!

Risposta di Andrea

Tutto quello che hai puntualizzato è esatto. C'è comunque da considerare che si parla di organi eletti in modo diretto, quindi in caso di crisi verrebbero risottoposti al giudizio del popolo entrambi gli organi. Quindi questi giochi di potere sarebbero semplicemente frenati dalla volontà popolare, dubito che l'elettorato pensi di votare un presidente che si sottrae alla volontà del legislativo e un parlamento privo dei candidati "silurati" dal presidente del partito perchè "infedeli". Di conseguenza è nell'interessa tanto del premier quanto dei deputati non confliggere con la controparte.

Credo inoltre che in una situazione "sana" l'equilibrio dei poteri sia determinato da un reciproco controllo, non da un controllo totale del legislativo sull'esecutivo (come in definitiva è adesso). La situazione attuale è giustificata dal fatto che l'unico organo ad "investitura diretta" è il parlamento, ma con la riforma questa necessità cadrebbe.

A parte che in caso di guerra il governo avrebbe praticamente pieni poteri anche adesso secondo la costituzione, quindi le ingerenze delle camere sarebbero molto limitate, l'ipotesi dei 40 che tengono sotto scacco il resto del parlamento mi pare poco plausibile perchè i "fedelissimi" del premier otterrebbero solo lo scioglimento delle camere, e non un effettiva occasione di appoggio de loro leader. Le crisi di governo in situazioni critiche non sono mai auspicabili ovviamente, ma è forse proprio nelle situazioni critiche che è necessario un più forte consenso democratico ed è quindi opportuno il ritorno alle elezioni.

Risposta di Emanuele

Invece io credo che i 40 darebbero un aiuto decisvo al PM cui sono fedelissimi: la loro fermezza indurrebbe la Camera a non sfiduciarlo poichè tale sfiducia porterebbe necessariamente a quelle elezioni anticipate assolutamente deleterie in caso di guerra o di altre gravissime crisi.

Per quanto ne so io lo stato di guerra non altera la vita politica. La costituzione vigente prevede a proposito di guerra solo:


E' evidente che attualmente il Parlamento è sovrano nei confronti del Governo anche in guerra e quindi può sfiduciarlo (cosa molto auspicabile in caso di sua incapacità di condurre con successo la guerra).
Con la riforma potrà succedere che per cambiare PM si debba per forza portare il Paese alle urne, magari sotto i bombardamenti!

Risposta di Andrea

Non ho sotto mano i testi ma mi pare che l'interpretazione più diffusa del punto in cui la costituzione afferma che le camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al governo i poteri necessari (o similia) sia che il governo assume il controllo praticamente totale (ad esempio i bandi militari vengono considerati in questa situazione come atti con forza di legge). Comunque il problema della grave crisi bellica accompagnata dai 40 parlamentari dissidenti è piuttosto accademico, la sostanza nella normale routine sarebbe che l'esecutivo non sarebbe più sottoposto al controllo praticamente totale ed univoco degli altri due poteri, ma ci sarebbe un bilanciamento maggiore (adesso tutto si può fuorchè i reciproci poteri di controllo di governo e parlamento siano equilibrati, e giustamente -fino ad un certo punto-, visto che il parlamento è investito direttamente e il governo no. Continuo a credere che il premier voglia evitare le elezioni anticipate in caso di crisi quanto la Camera...



 



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