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attuiamo la costituzione

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leggi cosa è la Costituzione e perchè è importante (di Bruno Tinti).
Leggi cosa è la separazione tra i poteri dello Stato


Indice


dal Bicalmeralismo Perfetto al Monocameralismo all'Italiana, dal Monocameralismo all'Italiana all'Autoritarismo Perfetto

Estate 2014: Il Governo non smette di ripetere che l'Italia è l'unico Paese al mondo in cui vige il Bicameralismo perfetto. Non dice peró che in gran parte delle maggiori democrazie (Stati Uniti, Francia, Canada, Brasile,Giappone, India, Australia e Messico) qualsiasi legge per diventare tale deve essere approvata da entrambe le Camere. Il Governo non lo dice perché la sua riforma riduce il Bicameralismo perfetto a un Monocameralismo di fatto che non ha eguali nel mondo. Grazie alla legge elettorale fortemente maggioritaria che si prevede, e grazie all'assenza di una differente fonte di legittimo potere (Re o Presidente direttamente eletto) il Monocameralismo all'Italiana potrá facilmente trasformarsi in un nuovo modello istituzionale, l'Autoritarismo perfetto.

Prima di parlare di modifiche Costituzionali...

... dobbiamo capire se i problemi che ha il nostro Paese siano imputabili all'assetto istituzionale oppure alla pochezza intellettuale, alla disonestà e alla incapacità della nostra classe dirigente, intendendo con tale termine non solo i politici e la Pubblica Amministrazione ma anche l' imprenditoria privata.

Sono certo che la seconda ipotesi è quella giusta. La prova, almeno per quanto riguarda i politici, è nel fatto che il grande avanzamento sociale ed economico degli anni '50 - '70 avvenne non solo con le stesse istituzioni di ora (bicameralismo perfetto), ma anche con quella legge elettorale proporzionale che ora tutti disprezzano. La differenza è che allora i partiti mandavano in Parlamento il fior fiore della società, gente che per le proprie idee era stata in carcere sotto il Fascismo e non gente che in carcere ci dovrebbe andare per quanto ruba o mal governa, come invece avviene oggi.

dobbiamo modificare la Costituzione?

La Costituzione può essere modificata, seguendo le procedure in essa stessa contenute, ma chi vuole modificarla dovrebbe:

  1. indicare i problemi che si propone di affrontare
  2. dimostrare che tali problemi sono causati proprio da quegli articoli della Costituzione che propone di modificare
  3. dimostrare che le modifiche proposte possono veramente porre rimedio ai problemi indicati
  4. dimostrare che le modifiche proposte non creano problemi di altro tipo

Ma chi vuole modificare la Costituzione non dice mai nulla a proposito dei quattro punti sopra esposti e, anzichè argomentare in modo razionale le ragioni, e la direzione, dei cambiamenti che ha in mente dice che modificare la Costituzione porterà alla soluzione di molti problemi italiani. Ma questo è solo un facile slogan che temo voglia nascondere agli occhi della pubblica opinione il vero scopo: alterare gli equilibri disegnati dall'Assemblea Costituente al fine di accrescere il potere del Governo a scapito del Parlamento e della Magistratura.

principali slogan di chi vuole cambiare la Costituzione confrontati con la realtà delle cose
lo slogan la realtà
serve una nuova Costituzione per meglio affrontare i problemi dell'Italia I problemi dell'Italia sono di ordine politico, economico e culturale, e non dipendono assolutamente dai 134 articoli della Costituzione! Sfido chiunque a trovare un collegamento tra Costituzione vigente e delinquenza organizzata (mafia, camorra, ndrangheta...), disoccupazione, evasione fiscale, scarso senso civico degli italiani, disonestà di alcuni politici, eccessiva burocrazia, basso livello culturale generale, poca moralità del Paese, limitata capacità industriale ed imprenditoriale, conflitto di interessi, carceri piene, ospedali che non funzionano ... Questi, che sono alcuni tra i veri problemi dell'Italia, non sono risolvibili da alcuna riforma costituzionale!

Non è certo colpa della Costituzione se i partiti mettono nei posti chiave delle Istituzioni e dell' Amministrazione Pubblica raccomandati incapaci, corrotti o facilmente corruttibili.

la Costituzione è vecchia La Costituzione italiana ha 76 anni, quella degli Stati Uniti ne ha 237 e nessuno pensa di modificarla! Eppure il mondo è più cambiato dal 1787 ad oggi che dal 1948 ad oggi! Come quella USA anche la nostra Costituzione ha subito negli anni piccole modifiche necessarie, quindi il fatto che sia stata scritta 76 anni fa non è di per se un valido motivo per stravolgerla. La Costituzione tedesca è nata nel secondo dopoguerra in condizioni culturali e storiche praticamente identiche alle nostre (sconfitta militare alla fine di una feroce dittatura), ma nessun tedesco pensa sia ora di stravolgerla perchè è vecchia!
per velocizzare l'iter legislativo dobbiamo superare il bicameralismo perfetto

Le democrazie più popolse al mondo hanno due Camere con equali poteri legislativi, e quindi ciascuna legge deve essere approvata da entrambe le Camere. Tra di esse: Stati Uniti, Francia, Giappone, Messico, India, Canada, Brasile e Australia. Paesi nei quali la politica é evidentemente in grado di far funzionare bene le due Camere, forse perchè non le infarcisce di raccomandati incapaci, corrotti o facilmente corruttibili. Un link di approfondimento é questo del Senato Italiano>


Tutti diciamo che in Italia abbiamo troppe leggi, e questa enorme legiferazione non dipende certo dal bicameralismo, anzi se bastasse una sola Camera ad approvare una legge, oggi avremmo sicuramente un numero maggiore di leggi. Inoltre una legge che fosse sbagliata nel merito rimarrebbe sbagliata anche se per la sua promulgazione fosse sufficente l'approvazione di una sola assemblea legislativa anzichè due. Comunque la legge Alfano è stata presentata ed approvata da entrambe le Camere in venti giorni (Luglio 2008), quindi il bicameralismo perfetto non impedisce nulla, se c'è la volontà politica di farlo.
diminuiamo il numero dei parlamentari per ridurre le spese dello Stato A parte l'ingenerosa e antipolitica concezione del Parlamentare quale essere passivo che è solo un costo per lo Stato, se il numero dei Parlamentari diminuisse di 200 unità si risparmierebbero 51 Milioni di € l'anno. Non è certo poco, ma è solo lo 0.06% della spesa totale delle Amministrazioni Centrali prevista per l'anno 2006 (vedi i calcoli nel dettaglio).
La riduzione del numero dei Parlamentari quale sistema per ridurre i costi dello Stato è pura e semplice DEMAGOGIA!
D'altra parte se si volesse veramente risparmiare sulle spese del Parlamento invece di cambiare la Costituzione per abbassare il numero dei Parlamentari basterebbe diminuirne le indennità ed i rimborsi spese. Infatti si ottiene un identico risparmio sia riducendo il numero dei Parlamentari di una certa percentuale, sia abbassando le indennità ed i rimborsi della stessa percentuale a tutti i Parlamentari attualmente in carica. Anzichè modificare la Costituzione per abbassare il numero dei Parlamentari di, per esempio, 200 sarebbe sufficente che i Parlamentari con una legge ordinaria si abbassassero le indennità ed i rimborsi del 21% ed avremmo lo stesso risparmio!

la Costituzione

La Costituzione Italiana fu scritta da una assemblea di 556 persone appositamente elette dal popolo sovrano. I membri della Costituente furone eletti col sistema proporzionale al fine di rappresentare tutte le idee e gli orientamenti presenti nel Paese. Essi rappresentavano la parte migliore della Politica e della Cultura italiana.

Ecco alcuni nomi: Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Amintore Fanfani, Antonio Giolitti, Antonio Segni, Benigno Zaccagnini, Emilio Colombo, Emilio Paolo Taviani, Ferruccio Parri. Gian Carlo Pajetta, Giorgio Amendola, Giovanni Gronchi, Giovanni Leone, Giulio Andreotti, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Saragat, Giuseppe di Vittorio, Ignazio Silone, Luigi Einaudi, Luigi Longo, Mariano Rumor, Nilde Iotti, Oscar Luigi Scalfaro, Palmiro Togliatti, Paolo Treves, Piero Calamandrei, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Umberto Terracini, Vittorio Foa.

I lavori durarono un anno e mezzo e si tennero 174 riunioni plenarie e 222 riunioni di Commisione e sottocommissione. Il tutto produsse una Costituzione di 139 articoli entrati in vigore il 1 Gennaio 1948.

Approvato al Senato in prima lettura il Disegno di Legge Costituzionale di iniziativa del Governo

Il Consiglio dei Ministri (governo Renzi) il 31 Marzo 2014 ha approvato all'unanimitá un consistente pacchetto di riforme costituzionali (testo del DDL). Dopo aver apportato diverse modificazioni, tra cui il reinserimento dell'immunitá parlamentare ai senatori, il Senato l'ha approvato in prima lettura l' 8 Agosto 2014 (testo approvato). Dei 320 senatori (compresi quelli a vita) hanno votato a favore solo 183 (57%) e 4 si sono astenuti. Le opposizioni, Sel, Lega, M5S e Gal, non hanno partecipato al voto.

confronta la Costituzione attuale con quella risultante dalle modifiche approvate dal Senato in prima lettura
confronta solo gli articoli in corso di modifica con quelli attualmente in vigore

Se si considera accettabile un sistema di fatto monocameralale, le modifiche costituzionali in atto non sono di per se negative.
Ma è evidente che queste modifiche costituzionali associate alla legge elettorale "Italicum" diventano estremamente pericolose

.

Infatti applicando l'Italicum (legge elettorale con premio di maggioranza e liste bloccate) alle Istituzioni disegnate dalle modifiche approvate dal Senato in prima lettura, avremo che:

  1. i partiti minori non saranno neppure presenti nell'unica Camera legislativa (quella dei Deputati), a causa delle alte soglie di sbarramento
  2. la maggioranza assoluta della Camera e, quindi, il Governo sarà appannaggio della coalizione vincitrice, quella coalizione che:
    • o è la più votata ed ha più del 37% dei voti
    • oppure è la vincitrice dal ballottaggio, magari non essendo stata la più votata al primo turno
  3. i parlamentari saranno tutti nominati dai rispettivi partiti, poichè non sono previsti voti di preferenza

In queste condizioni c'è il rischio che si crei una "dittatura" della maggioranza (parlamentare, ma non necessariamente popolare) e, su di essa, la dittatura di chi, nei partiti, nomina e quindi condiziona e controlla i "propri" Deputati.

studiando gli articoli della Costituzione che il DDL modifica si evince che:

  1. il Senato non è elettivo, perde la potestà legislativa "nazionale", non dà ne toglie la fiducia ai Governi. I Senatori non rappresentano piú la Nazione, qualifica che rimane ai soli Deputati.
  2. L'organo legislativo è la sola Camera dei Deputati. Essa è elettiva, ha la potestà legislativa "nazionale" e può imporre la propria volontà al Senato, dà e toglie la fiducia ai Governi (art. 55 Cost)
  3. il Senato legifera alla pari con la Camera solo per eventuali revisioni Costituzionali, per leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia di tutela delle minoranze linguistiche, di referendum popolare, per quanto attiene ad ordinamento, legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni e Cittá metropolitane e alle disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni. Senato e Camera legiferano alla pari anche sui princípi fondamentali sui sistemi di elezione regionali e i relativi casi di ineleggibilitá e incomaptibilitá degli eletti regionali (art. 70 Cost).
  4. il Senato non viene mai cambiato in toto, e non viene sciolto dal Presidente della Repubblica: i senatori decadono quando cessano dalla carica Amministrativa per cui siedono in Senato;
  5. la Magistratura continua a necessitare l'autorizzazione del Senato per procedere verso i senatori (come per i deputati si) (art. 68 Cost). Il DDL del 31-3-2014 aveva abolito la "protezione" per i Senatori, ma durante la discussone parlamentare (in senato) essa è stata reinserita;
  6. i senatori nominati dal Presidente della Repubblica non sono più a vita ma restano in carica per sette anni. Al massimo possono essere 5 (art. 57 Cost);
  7. gli ex Presidenti della Repubblica sono senatori a vita (art. 59 Cost);
  8. vengono previsti i referendum popolari propositivi e d'indirizzo, ma si rimanda ad ulteriore legge costituzionale per stabilirne condizioni ed effetti. (art. 71 Cost). Si parla anche di referendum delle formazioni sociali, ma che cosa si intende?
  9. il Governo può imporre alla Camera un limite di sessanta giorni per la votazione dei DDL. Superato tale tempo il DDL è posto in votazione, senza modifiche, articolo per articolo e con votazione finale (art. 72 Cost);
  10. il Governo non può reiterare disposizioni adottate con decreti non convertti legge (art. 77 Cost);
  11. le Province sono sostituite dalle Città Metropolitane, ove esistono grandi città (Titolo V Cost) ;
  12. il CNEL perde la sua figura di ente Costituzionale (art. 99 Cost) , viene soppresso e le sue risorse umane e strumentali sono assorbite nella Corte dei Conti (disposizioni finali);
  13. vengono limitati gli emolumenti degli organi elettivi regionali a quelli attribuiti ai Sindaci dei Comuni capoluogo di Regione (art. 122 Cost);
  14. vengono cancellati i rimborsi e altri trasferimenti monetari in favore dei gruppi politici nei Consigli Regionali (disposizioni finali);

Se il DDL Costituzionale sarà approvato le sue disposizioni si applicheranno a decorrere dalla legislatura successiva a quella in corso alla data della sua entrata in vigore, salvo la limutazione degli emolumenti regionali, la Soppressione e liquidazione del Cnel e il divieto rimborsi ai gruppi politici presenti nei Consigli regionali che sono di immediata applicazione.

qual'è oggi il ruolo del Parlamento?

La nulla legittimazione democratica dei singoli parlamentari provoca gravissimi guai qualora la loro maggioranza fosse risicata e loro volessero votare contro un provvedimento del Governo.

In queste condizione essi dovrebbero scegliere se "votare secondo coscienza" mandando così il Governo in minoranza (e forse facendolo anche cadere), oppure se salvare il Governo ma votare in contrasto alle proprie opinioni.

Ad esempio è successo nel Luglio 2006 quando il Governo ha trovato grandi difficoltà ad avere in Senato l'appoggio di tutta la propria maggioranza su un preciso e limitato aspetto di politica estera quale la missione militare in Afghanistan. Infatti alcuni Senatori della maggioranza, profondamente e intimamenti contrari al rifinanziamento della stessa, hanno ripetutamente detto che avrebbero votato contro. Alla fine tutto si è risolto con il voto di fiducia che ha "piegato" la volontà dei Senatori "ribelli".

Che la situazione non sia chiara lo si deduce dal fatto che entrambe le opzioni hanno valide argomentazioni:

  • chi difende la "libertà" dei Parlamentari si rifà al principio Costituzionale tutt'ora vigente secondo cui i Parlamentari sono "eletti senza vincolo di mandato" (art. 67).
  • chi difende il diritto del Governo di portare avanti la propria politica argomenta che i Parlamentari sono stati eletti nelle file di una maggioranza e quindi devono adattarsi alla sua volontà o, almeno, a quanto previsto dal suo programma elettorale e da essi sottoscritto prima delle elezioni. La caduta di un Governo ad opera di "ribelli" della stessa Maggioranza sarebbe ovviamente un grave vulnus alla volontà popolare.

E' evidente che il problema della "libertà" di voto dei Parlamentari trascende le differenze numeriche tra maggioranza ed opposizione in quanto la scelta tra votare "secondo" o "contro" coscienza si può porre anche in condizioni numeriche diverse e quindi meno "rischiose" per la tenuta del Governo.

Fino a una decina d'anni fa il problema non esisteva, almeno formalmente, poichè gli elettori legittimavano col proprio voto solo il Parlamento che a sua volta legittimava il Governo. La volontà popolare risiedeva esclusivamente nel Parlamento il quale poteva fare e disfare il Governo in ogni momento (e ciò succedeva molto spesso, come tutti ricordiamo!). La caduta di un Governo non era un vulnus alla volontà popolare, ma semmai ne era una conseguenza.

Oggi il problema della "libertà" di voto dei Parlamentari invece esiste poichè oggi non sono più i soli Parlamentari ad esprimere la diretta volontà popolare, ma anche il Presidente del Consiglio e, quindi, il Governo da lui diretto. Infatti, anche se formalmente il Presidente del Consiglio è tuttora nominato dal Presidente della Repubblica secondo sue proprie valutazioni, di fatto da qualche anno viene scelto dagli elettori che ne indicano il nome contestualmente alla elezione del Parlamento.

Possiamo dire che negli ultimi anni abbiamo innestato istituti di democrazia Presidenziale su immutate istituzioni idonee ad una democrazia Parlamentare. In queste condizioni non è più chiaro chi tra Parlamento e Governo abbia più legittimità democratica. E' il Governo che deve eseguire la volontà del Parlamento oppure è il Parlamento che deve eseguire la volontà del Governo?

Se volete dibattere sull'argomento scrivetemi qui

 

 


Nell'Aprile 2005 ho aperto questo sito per illustrare la riforma Costituzionale che la maggioranza di centro destra stava approvando in Parlamento nonostante la ferma contrarietà di tutta l'opposizione. Il mio scopo era diffondere la consapevolezza di quanto la riforma fosse pericolosa. Fortunatamente con il referendum del 25 e 26 Giugno 2006 il popolo italiano l'ha cancellata per sempre. Chi è interessato può vedere come era il sito al giorno del referendum 2006. E' impossibile dire se ed in quale misura questo sito abbia contribuito alla vittoria dei NO, ma mi piace pensare che il mio impegno non sia stato vano! Anche se non posso misurare l'utilità del sito a favore del fronte del NO (in termini di voti convinti), ho una idea abbastanza precisa di quante persone hanno letto pagine del sito e di quanti altri siti hanno messo link a pagine del mio. Debbo dire che su entrambi i fronti ho avuto grosse soddisfazioni! Conosco infatti con esattezza il numero dei lettori del sito poichè avevo inserito nelle pagine web un contatore di accessi. Il numero totale di accessi al sito fatti da persone fisiche è stato di 92137! leggi qui i dettagli degli accessi! Oggi è il 26 Giugno 2006 ed il referendum ha affossato per sempre la riforma del 2005. Dopo oltre un anno di attività finalmente posso riposarmi sapendo che non sono stati inutili ne i soldi spesi per acquistare e gestire il dominio web ne il (tanto) tempo impegnato nella creazione e nell'aggiornamento del sito.


Tutte le mie personali opinioni espresse in questo sito sono basate sulle informazioni in mio possesso e riportate sul sito stesso. Qualora alcune di queste informazioni fossero errate vi prego di segnalarmelo affinchè io possa correggere i miei errori. Se in buona fede ho propagato informazioni false o errate, me ne scuso con quanti ne hanno fatto uso.




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