Questo è il sito cristallizzato al 4 Dicembre 2016, quando la riforma Renzi-Boschi fu bocciata dal popolo sovrano.
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apri capitolo Indice

apri capitolo 2016: hanno modificato la Costituzione e la legge elettorale



4 Dicembre 2016: tutti gli italiani sono chiamati ad approvare le modifiche Costituzionali. Se vince il SI, la nuova Costituzione si applicherà dall'inizio della prossima legislatura. Se vince il NO, rimarrà la Costituzione attuale. Qualunque sia l'esito del referendum ci troveremo con una legge elettorale diversa da quella attuale poiché è vigente, anche se ancora mai utilizzata, la legge elettorale Italicum.

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  • La nuova Costituzione produce un monocameralismo di fatto. Il Senato non avrà infatti alcuna competenza esclusiva e alcuna potestà legislativa autonoma: quel poco che legifererà lo farà esclusivamente insieme alla Camera (i dettagli sono qui).
  • L' Italicum assegna la maggioranza assoluta della Camera al partito che vince le elezioni:
    • o il partito più votato al primo turno, se supera il 40%
    • o il partito che vince il ballottaggio. Si noti che il vincente del ballottaggo sarà necessariamente un partito che al primo turno non era arrivato al 40% dei voti (altrimenti non ci sarebbe stato il ballottaggio).

Unendo le modifiche costituzionali "Renzi" con la legge elettorale "Italicum" si crea un mix molto pericoloso dal punto di vista democratico e, comunque, inedito nel mondo:

  • la Camera, sarà di fatto l'unica assemblea legislativa e solo essa darà la fiducia al Governo. Il Senato potrà chiedere alla Camera di modificare alcune sue leggi, ma la Camera non sarà tenuta a farlo.
  • premio di maggioranza nell'unica camera legislativa
    ➜ 54% dei seggi al partito che vince, ossia 340 seggi su 630.
  • soglia di sbarramento (3% su base nazionale o 20% in una unica regione) nell'unica camera legislativa
    ➜ i partiti minori non saranno neppure presenti
  • liste bloccate (i capilista nei 100 collegi sono eletti senza preferenze)
    ➜ moltissimi parlamentari non avranno alcuna legittimazione popolare in quanto saranno nominati dai rispettivi partiti che li mettono a capo lista. E solo ad essi risponderanno
  • assenza di un potere indipendente dal Parlamento, quale un presidente eletto direttamente, come negli USA, o un sovrano, come in Gran Bretagna.

Il risultato è che:

  1. il partito che vincerà le elezioni potrà da solo: legiferare; formare il Governo; eleggere il presidente della Camera, modificare il regolamento della Camera, creare commissioni d'inchiesta, dichiarare la guerra e perfino scrivere e modificare lo Statuto delle Opposizioni !
  2. Il partito vincente avrà anche una buona probabilità di piazzare propri candidati alla Presidenza della Repubblica, al C.S.M. e alla Corte Costituzionale.

In queste condizioni è inevitabile che si crei una "dittatura" del partito principale (maggioranza parlamentare, ma non necessariamente popolare) sul Parlamento e una "dittatura" di chi, nel partito vincente, nomina e quindi condiziona e controlla i propri deputati.

Costituzione 2016 più Italicum: dal Bicalmeralismo Perfetto all'Autoritarismo Perfetto
Nessuna democrazia occidentale ha una struttura istituzionale di questo tipo, priva di bilanciamenti e contrappesi

Inoltre molti articoli della Costituzione "Renzi" sono stati ottenuti operando la pura e semplice sostituzione delle parole "le camere" con "la Camera", facendo finta di non sapere che nel frattempo era stato approvato l'Italicum e che pertanto la maggioranza assoluta della Camerà sarà sempre in mano al partito vincente. Così facendo hanno fatto saltare equilibri che fino ad oggi hanno funzionato. Ad esempio finora per dichiarare lo stato di querra ci vuole la maggioranza delle due Camere, e quindi una larghissima rappresentanza di popolo. Ma con la nuova Costituzione bastano i voti della maggioranza della sola Camera dei deputati, ossia i voti del solo partito vincente.

Giugno 2016: il fronte del SI suggerisce di modificare l'Italicum al fine di conquistare consensi alla riforma costituzionale. Può essere una trappola: la legge elettorale rimane una legge ordinaria, di competenza della SOLA Camera dei Deputati, e pertanto dopo l'eventuale vittoria dei SI al referendum confermativo, l'Italicum può essere facilmente ripristinato da chiunque vinca la prossima elezione politica!

Contrariamente a quanto si dice, la legge elettorale Italicum prevede un premio di minoranza e non di maggioranza, dato che in pratica trasformerà sempre una minoranza di elettori in una maggioranza parlamentare.

Dovremmo iniziare a dire "la elezione" e non più "le elezioni" dato che noi cittadini eleggeremo solo la Camera dei Deputati e non più anche il Senato della Repubblica.

apri capitolo Il finto scopo della riforma

I propugnatori della riforma Renzi-Boschi snocciolano un lungo elenco di ciò che secondo loro sono valide motivazioni per la riforma. In realtà molte sono MITI, BUGIE e MEZZE VERITÀ.

Tra i vari miti, uno molto ripetuto è che le modifiche sono necessarie per migliorare il funzionamento delle Istituzioni e facilitare la governabilità, specie in risposta all'accresciuta "velocità del mondo". Sembra una verità ovvia, ma è solo uno slogan pubblicitario! Provate infatti a ricordare quando la risposta italiana ai cambiamenti in atto nel mondo è stata troppo lenta a causa del bicameralismo perfetto. Ebbene la risposta è MAI!

Un'altro mito dice che il nostro sistema istituzionale è unico nel mondo e per tale motivo deve essere allineato agli altri affinché l'Italia possa competere nel mondo globalizzato. Anche questa sembra una frase ragionevole, solo che ha un difetto: è falsa! Infatti ciascuna nazione ha un proprio sistema istituzionale / legislativo paraticamente unico al mondo! Infatti non esiste uno schema valido per tutti, anzi in generale si può dire che non esistano due paesi nel mondo con lo stesso identico sistema istituzionale / legislativo. Infatti le democrazie di tipo occidentale, anche quelle degli Stati moderni e ben funzionanti, hanno una grande variabilità in termini di tipo di Stato, forma di governo, tipo di governo, tipo di ordinamento giuridico, tipo di sistema elettorale, tipo di bicameralismo...

Tabella comparativa dimostrante che l'ordinamento italiano non ha alcuna caratteristica negativa che lo fa uscire dallo schema generale delle democrazie occidentali

L'ordinamento italiano non ha alcuna caratteristica negativa che lo fa uscire dallo schema generale delle democrazie occidentali. Quindi è intellettualmente arduo sostenere che la causa dei nostri problemi è la nostra specifica forma istituzionale! Infatti, a differenza del nostro, gli altri governi fanno progredire le proprie nazioni senza lamentarsi di non poterlo fare per colpa della Costituzione o delle leggi elettorali.

Se si guardano le democrazie occidentali che meglio rispondono alle sfide dell'economia mondiale (USA, Germania, UK, ...) ³ ci si accorge che hanno una sola cosa in comune: la riconosciuta onestà e capacità della classe dirigente. Ne risulta quindi che per fare funzionare bene anche le nostre istituzioni non serve cambiare la Costituzione ma è necessario assegnare gli incarichi pubblici (elettivi e non) esclusivamente a persone oneste e competenti, lasciando perdere gli amici, gli amici degli amici, i parenti, i colleghi di partito e i raccomandati.

³ Va comunque detto che la qualità di una democrazia non è certamente data solo dalle sue performaces economiche, ma anche dal benessere generale, dalla più equa distribuzione del reddito, dalla salvaguardia della natura, dal grado di libertà di espressione, dal livello generale di istruzione...

Pertanto il Governo e i partiti italiani se volessero davvero migliorare la "qualità" delle nostre istituzioni dovrebbero adoperarsi per creare una classe dirigente, non solo politica, onesta e competente, ma sembra che non siano molto interessati all'argomento.

È ovvio che per un governo che pretenda di legiferare contro la volontà del Parlamento, il bicameralismo perfetto sia un impaccio, e infatti una delle accuse che i neo-costituenti del 2016 fanno alla Costituzione attuale è che il rimpallo delle leggi tra Camera e Senato impedisce una proficua e veloce legiferazione. Questa affermazione è falsa, infatti: Tutti diciamo che in Italia abbiamo troppe leggi, e questa enorme legiferazione dimostra che il bicameralismo perfetto non ha impedito e non impedisce di legiferare in modo veloce . A riprova si ricorda la legge Alfano è stata presentata ed approvata da entrambe le Camere in venti giorni (Luglio 2008). Quindi il bicameralismo perfetto non impedisce nulla, se c'è la volontà politica di farlo.

In ogni caso si sarebbe potuto limitare la "navetta" Camera - Senato lasciando il Cameralismo ma approvando una "clausola di supremazia" in base alla quale dopo un certo numero di passaggi la parola definitiva la ha una delle due Camere (come in Giappone) oppure si forma una commissione mista Camera - Senato (come in USA) che smussa le differenze tra i due testi. Ma non si è fatta la cosa più semplice e viene allora spontaneo chiedersi: "Quale è il vero scopo della riforma Costituzionale Renzi-Boschi?"

apri capitolo Il vero scopo della riforma

Il vero scopo della riforma è asservire il Parlamento al Governo: le riforme vogliono creare una democrazia diversa da quella a cui siamo abituati, una nuova forma di democrazia nella quale la separazione dei tre poteri è sfumanta e dove non si governa usando strumenti politici (bilanciando perciò le esigenze di tutti secondo il loro "peso" elettorale) ma dove chi vince le elezioni ha mano libera per tutto il mandato elettorale e non deve mediare con alcuna minoranza.

Il ritornello che spesso si sente è che tanto chi governerà male sarà punito dagli elettori alle successive elezioni. Questa affermazione, seppur vera, indica la fine di ogni azione "politica" (nel senso di bilanciare le esigenze di tutti secondo il loro "peso" elettorale) riducendo la vittoria elettorale a mero esercizio del potere, libero da condizionamenti. È a mio avviso un grave imbarbarimento culturale per un paese come il nostro che da duemila anni ha abbandonato il sistema politico della "dittatura" degli antichi romani, nel quale sistema il dittatore veniva nominato dal console, durava sei mesi o un anno e non doveva rendere conto a nessuno del proprio operato. Ovviamente non dico che la riforma Renzi-Boschi, rafforzando di molto il potere personale del Presidente del Consiglio, porta ad una dittatura, dico solo che il concetto "antipolitico" espresso dalla riforma è lo stesso.

Non è il sistema maggioritario di per se a rendere il sistema istituzionale pericoloso o "antipolitico", ma la mancanza di bilanciamento dei poteri. Infatti negli USA e negli altri paesi a legge elettorale maggioritaria, il maggioritario esiste in presenza di forti bilancimenti di poteri, cosa che noi non avremo. Tanto per fare un esempio, negli USA appena due anni dopo l'elezione presidenziale, viene rinnovato in toto il Senato affinchè i cittadini possano limitare il potere del Presidente contrapponendogli un Senato di segno opposto, eventualmente opposto anche alla Camera (e li vige il bicameralismo perfetto!).

Questa della "democrazia senza politica" non è una novità poichè in tutto il mondo occidentale è in atto un tentativo di piegare le democrazie ai desiderata del grosso capitale, specie quello finanziario. Tale potere vorrebbe rendere le istituzioni pubbliche pronte ad eseguire, senza frapporre ostacoli, tutti i dicktat che arrivano dalle Istituzioni internazionali (EU, WTO, ...) e che impongono regole liberiste (anzi ordoliberiste) a tutti i popoli.

Questo testo è di una delle maggiori banche private del mondo la J.P.Morgan ed è del 28 Maggio 2013. Si intitola "The Euro area adjustment: about halfway there" e pag. 12 si legge:

The political systems in the periphery were established in the aftermath of dictatorship, and were defined by that experience. Constitutions tend to show a strong socialist influence, reflecting the political strength that left wing parties gained after the defeat of fascism. Political systems around the periphery typically display several of the following features: weak executives; weak central states relative to regions; constitutional protection of labor rights; consensus building systems which foster political clientalism; and the right to protest if unwelcome changes are made to the political status quo.

traducendo in italiano si vede che una delle colonne del liberismo mondiale lamenta che:

I sistemi politici dei paesi periferici dell'Europa sono sorti sulle ceneri di dittature e furono "toccati" da quella esperienza. Le Costituzioni tendono a mostrare una forte influenza socialista, riflettendo la forza politica guadagnata dai partiti di sinistra dopo la scomparsa dei fascismi. Tipicamente i sistemi politici dell'europa periferica hanno una o più delle seguenti caratteristiche:

  1. esecutivi deboli;
  2. stati centrali deboli rispetto alle regioni;
  3. protezione costituzionale dei diritti del lavoro;
  4. sistemi di creazione del consenso che portano al clientelismo;
  5. il diritto di protestare se vengono fatte modifiche dello status quo non desiderate [dai cittadini n.d.t. !!].

Ecco che in quest'ottica l'eliminazione del bicameralismo paritario, praticamente l'eliminazione del bicameralismo, ha un suo scopo ben preciso: la riforma Costituzionale 2016 e la legge elettorale Italicum attaccano i primi due punti, il Job Act con lo smantellamento dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori attacca il terzo punto.

L'Italia è la prima nazione occidentale (e l'unica per ora) che modifica la propria Costituzione per facilitare questo processo.

apri capitolo Anziché candidare persone oneste e competenti stravolgono la Costituzione

Le istituzioni democratiche funzionano bene quando sono incarnate da un ceto politico onesto e competente. Oggi i partiti non selezionano più il ceto politico in base alla onestà e alla competenza, quindi le istituzioni non funzionano bene. L'ovvia soluzione al problema sarebbe che i partiti smettessero di essere meri centri di potere e tornassero a selezionare un ceto politico onesto e competente. Purtroppo i partiti non vogliono cambiare e ci fanno credere che siano le istituzioni a doverlo fare, ma le modifiche proposte servono solo ad aumentare il potere delle elite che comandano i partiti, a danno dei cittadini.

I nostri problemi sono di ordine politico e non istituzionale e discendono tutti dalla presenza di persone incompetenti messe in luoghi di potere solo per appartenenza, e di persone disoneste e/o incompetenti elette a cariche pubbliche, a tutti i livelli. Si potranno cambiare mille volte tutti gli articoli della Costituzione, ma i problemi rimarranno fino a quando i partiti non torneranno a selezionare una classe dirigente onesta e competente.

apri capitolo Ma la Costituzione può essere modificata, giusto?

La Costituzione può essere modificata, seguendo le procedure in essa stessa contenute, ma chi vuole modificarla dovrebbe:

  1. indicare i problemi che si propone di affrontare
  2. dimostrare che tali problemi sono causati proprio da quegli articoli della Costituzione che propone di modificare
  3. dimostrare che le modifiche proposte possono veramente porre rimedio ai problemi indicati
  4. dimostrare che le modifiche proposte non creano problemi di altro tipo

Ma chi vuole modificare la Costituzione non dice mai nulla a proposito dei quattro punti sopra esposti e, anzichè argomentare in modo razionale le ragioni, e la direzione, dei cambiamenti che ha in mente dice che modificare la Costituzione porterà alla soluzione di molti problemi italiani. Ma questo è solo un facile slogan che temo voglia nascondere agli occhi della pubblica opinione il vero scopo: alterare gli equilibri disegnati dall'Assemblea Costituente al fine di accrescere il potere del Governo a scapito del Parlamento. Il problema che questo vero scopo è nascosto alla pubblica opinione alla quale vengono somministrati semplici slogan che nascondono la vera portata delle modifiche.

apri capitolo false motivazioni per modificare la Costituzione

gli slogan di chi vuole cambiare la Costituzione e la realtà
lo slogan la realtà
serve una nuova Costituzione per meglio affrontare i problemi dell'Italia I problemi dell'Italia sono di ordine politico, economico e culturale, e non dipendono assolutamente dagli articoli della Costituzione! Sfido chiunque a trovare un collegamento tra Costituzione vigente e delinquenza organizzata (mafia, camorra, ndrangheta...), disoccupazione, evasione fiscale, scarso senso civico degli italiani, disonestà di alcuni politici, eccessiva burocrazia, basso livello culturale generale, poca moralità del Paese, limitata capacità industriale ed imprenditoriale, conflitto di interessi, carceri piene, ospedali che non funzionano ... Questi, che sono alcuni tra i veri problemi dell'Italia, non sono risolvibili da alcuna riforma costituzionale!

Non è certo colpa della Costituzione se i partiti mettono nei posti chiave delle Istituzioni e dell' Amministrazione Pubblica raccomandati incapaci, corrotti o facilmente corruttibili.

la Costituzione è vecchia La Costituzione italiana ha 76 anni, quella degli Stati Uniti ne ha 237 e nessuno pensa di modificarla! Eppure il mondo è più cambiato dal 1787 ad oggi che dal 1948 ad oggi! Come quella USA anche la nostra Costituzione ha subito negli anni piccole modifiche necessarie, quindi il fatto che sia stata scritta 76 anni fa non è di per se un valido motivo per stravolgerla. La Costituzione tedesca è nata nel secondo dopoguerra in condizioni culturali e storiche praticamente identiche alle nostre (sconfitta militare alla fine di una feroce dittatura), ma nessun tedesco pensa sia ora di stravolgerla perchè è vecchia!
per velocizzare l'iter legislativo dobbiamo superare il bicameralismo perfetto L'esistenza di due camere legislative non è una eccezione italiana: le più popolose democrazie del mondo hanno due Camere con equali poteri legislativi per cui ciascuna legge deve essere approvata da entrambe. Tra di esse: Stati Uniti, Francia, Giappone, Messico, India, Canada, Brasile e Australia, Paesi nei quali la politica è evidentemente in grado di far funzionare bene le due Camere, forse perchè non le infarcisce di raccomandati incapaci, corrotti o facilmente corruttibili. Questo è un link di approfondimento
Tutti diciamo che in Italia abbiamo troppe leggi, e questa enorme legiferazione non dipende certo dal bicameralismo, anzi se bastasse una sola Camera ad approvare una legge, oggi avremmo sicuramente un numero maggiore di leggi. Inoltre una legge che fosse sbagliata nel merito rimarrebbe sbagliata anche se per la sua promulgazione fosse sufficente l'approvazione di una sola assemblea legislativa anzichè due. Comunque la legge Alfano è stata presentata ed approvata da entrambe le Camere in venti giorni (Luglio 2008), quindi il bicameralismo perfetto non impedisce nulla, se c'è la volontà politica di farlo.
diminuiamo il numero dei parlamentari per ridurre le spese dello Stato A parte l'ingenerosa e antipolitica concezione del Parlamentare quale essere passivo che è solo un costo per lo Stato, il numero dei Parlamentari diminuisce di 200 unità (senatori) su 945. I 100 Senatori rimanenti non avranno stipendio (per ora, dato che la nuova Costituzione non lo vieta!) ma continueranno a costare allo Stato (o pensate che si pagheranno da soli le trasferte con vitto e alloggio a Roma? E i collaboratori e tutti gli altri costi?)
D'altra parte se lo scopo fosse statto di risparmiare sulle spese del Parlamento, invece di cambiare la Costituzione sarebbe bastato abbassare la diaria e i rimborsi di tutti i 945 parlamentari.

apri capitolo origine della nostra Costituzione

La Costituzione Italiana fu scritta da una assemblea di 556 persone appositamente elette dal popolo sovrano. I membri della Costituente furone eletti col sistema proporzionale al fine di rappresentare tutte le idee e gli orientamenti presenti nel Paese. Essi rappresentavano la parte migliore della Politica e della Cultura italiana.

Ecco alcuni nomi: Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Amintore Fanfani, Antonio Giolitti, Antonio Segni, Benigno Zaccagnini, Emilio Colombo, Emilio Paolo Taviani, Ferruccio Parri. Gian Carlo Pajetta, Giorgio Amendola, Giovanni Gronchi, Giovanni Leone, Giulio Andreotti, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Saragat, Giuseppe di Vittorio, Ignazio Silone, Luigi Einaudi, Luigi Longo, Mariano Rumor, Nilde Iotti, Oscar Luigi Scalfaro, Palmiro Togliatti, Paolo Treves, Piero Calamandrei, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Umberto Terracini, Vittorio Foa.

I lavori durarono un anno e mezzo e si tennero 174 riunioni plenarie e 222 riunioni di Commisione e sottocommissione. Il tutto produsse una Costituzione di 139 articoli entrati in vigore il 1 Gennaio 1948.

apri capitolo storia recente delle modifiche costituzionali

12 Aprile 2016la Camera approva definitivamente la riforma (l'opposizione non prende parte al voto)
Ottobre 2015 Il Senato procede alla terza lettura conforme. Il 3 Ottobre ha di nuovo modificato l'art. 57.
10 Marzo 2015 La Camera dei Deputati ha approvato il testo: hanno votato a favore 357 deputati (57%). La Camera ha modificato una parola (nell'art.2 che modifica l'art. 57 della Costituzione) ma, nonostante che il sito stesso della Camera indichi il testo come approvato con modificazioni, esso viene considerato come identico al precedente e anzichè re-iniziare le quattro letture si procede alla terza lettura conforme.
8 Agosto 2014 Dopo aver apportato diverse modificazioni, tra cui il reinserimento dell'immunità parlamentare ai senatori, il Senato l'ha approvato in prima lettura l' 8 Agosto 2014: hanno votato a favore 183 senatori (57%).
Marzo 2014 Leggi il testo testo del DDL Costituzionale 31 Marzo 2014 approvato dal Consiglio dei Ministri del Governo Renzi e intitolato "Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei Parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle Istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzone". Leggi i testi a fronte della Costituzione vigente e quella prodotta dal DDL 31 Marzo 2014
luglio 2013 Il Governo vuole che il Parlamento modifichi la Costituzione non secondo i modi previsti dalla Costituzione stessa (art. 138) ma in modo accellerato attraverso un comitato che esamini i progetti di revisione dei Titoli I, II, III e V della parte Seconda della Costituzione che riguardano le materie della forma di Stato, della forma di Governo e del bicameralismo. A tale scopo il Governo ha presentato un Disegno di Legge Costituzionale dal titolo "Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali" (Atto numero 813 al Senato).
Il Comitato è composto da venti senatori e venti deputati nominati dai presidente delle Camere e scelti tra i membri delle commissioni permanenti per gli Affari Costituzionali rispettivamente del Senato e della Camera. Fanno parte di diritto i presidenti delle predette Commissioni. Sono 42 persone cui nessun popolo sovrano ha mai dato mandato di modificare la Costituzione ma che si troveranno a poter intervenire su ben 61 articoli (quasi la metà della Costituzione!) che riguardano: il Parlamento (Titolo I, 28 articoli), il Presidente della Repubblica (Titolo II, 9 articoli), il Governo (Titolo III, 9 articoli), le Regioni, le Province, i Comuni (Titolo V, 15 articoli).
In base all'art.2 comma 2 del DDL il comitato può esaminare solo i progetti che gli assegnano i presidenti delle Camere, scelti tra quelli presentati alle Camere dall'inizio dell'attuale Legislatura (XVII) alla fine dei lavori del Comitato stesso. Il testo prodotto dal Comitato dovrà poi essere approvato dalle Camere in doppia seduta e l'intervallo minimo tra le due deliberazioni potrà essere di soli 45 giorni anzichè di tre mesi come previsto dall'art. 138 della Costituzone. A differenza di quanto prevede l'art.138, sarà possibile chedere il referendum popolare sul testo approvato dalle Camere anche se l'approvazione avverrà con oltre i 2/3 dei voti. Il risultato, come per tutti i referendum confermativi, sarà valido indipendentemente dal numero degli elettori.
L'uscita dal Governo del Popolo delle Libertà fortunatamente blocca l'iter di approvazione del Disegno Legge Costituzionale.
aprile 2012 E' stato introdotto in Costituzione il principio del pareggio di bilancio modificando alcuni articoli, tra cui l'art. 81. Poichè la modifica è stata votata da più di due terzi dei Parlamentari, non è possibile indire referendum confermativo. Pubblicazione: G.U. n. 95 del 23 Aprile 2012 (Supp. Ord.)
aprile 2011tentativo di modificare l'art. 1
aprile 2008termina la XV legislatura ed i lavori parlamentari si interrompono, ma state certi che l'assalto alla Costituzione riprenderà presto
ottobre 2007 il Parlamento (XV legislatura) propone di nuovo modifiche costituzionali
La Camera dei Deputati, maggioranza di centrosinistra, ha elaborato una proposta di riforma costituzionale che prevede:
  • fine del bicameralismo perfetto
  • nascita del Senato federale
  • diminuzione del numero di Deputati e Senatori
  • maggiori poteri al capo del Governo. Il Parlamento darà la fiducia non al Governo ma alla persona del Presidente del Consiglio il quale potrà proporre al Presidente della Repubblica la nomina e la revoca dei singoli ministri (senza bisogno di una mozione di sfiducia individuale del Parlamento, come invece è necessario ora)

Sono poche le differenze tra la riforma bocciata nel 2006 e quella in corso d'opera nel 2007. Le principali (al 17 ottobre 2007) sono le seguenti:
  • la composizione e le competenze del Senato federale
  • la mancanza della "devolution" (mancanza probabilmente momentanea perchè il Senato federale dovrà pur avere qualche competenza specifica quindi, magari sotto un altro nome, probabilmete avremo anche la "devolution").

Se alla fine dell'iter legislativo le differenze fossero davvero poche, sorgerebbe spontanea la seguente domanda: come mai ciò che non andava bene nel 2006 va bene nel 2007/2008? Sbagliammo ad opporci alle modifiche costituzionali nel 2006, o sbagliamo oggi a non contestare quelle nuove? Fummo strumentalizzati per fini politici nel 2006 oppure lo siamo oggi?

Rispetto alla Costituzione vigente passeremo da un bicameralismo perfetto ad un monocameralismo di fatto a favore della Camera dei Deputati. Infatti il Senato federale:

  • non darà e non toglierà la fiducia al Governo
  • avrà competenze molto limitate
  • non sarà eletto dai cittadini: i senatori sono eletti dai Consigli regionali, al proprio interno e dal Consiglio delle autonomie locali tra i componenti dei Consigli dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane.
  • inoltre i senatori potranno avere una età minima di 18 anni. Avrà ancora senso chiamare questa seconda Camera con un termine (Senato) che deriva dal sostantivo latino senex ovvero "anziano"?

Per meglio capire come stanno le cose ecco alcuni utili documenti:

La I Commissione Permanente Affari Costituzionali della Camera dei Deputati (relatori Sesa Amici, Ulivo e Italo Bocchino, AN) ha lavorato su varie proposte di modifica costituzionale. Ha lavorato alacremente (solo nei primi giorni di Ottobre 2007 ben sei sedute sono state dedicate alla riforma Costituzionale: i giorni 3, 4, 9, 10, 11, 13 e 17) e il 17 Ottobre, grazie all'astensione dei partiti di centro destra, ha approvato un Testo Unificato che il 22 Ottobre 2007 è stato portato in discussione all'Assemblea della Camera.

giugno 2006 col referendum il popolo italiano rifiuta i cambiamenti della Costituzione che il Parlamento aveva approvato nel Novembre 2005
La Costituzione è salva!
novembre 2005 il Parlamento (XIV legislatura) modifica la Costituzione
La maggioranza di centrodestra modifica la Costituzione secondo le modifiche proposte dal Governo Berlusconi. Le novità principali sono:
  • fine del bicameralismo perfetto
  • nascita del senato federale
  • diminuzione del numero di Deputati e Senatori
  • maggiori poteri al capo del Governo che è chiamato Primo Ministro ed ha anche la facoltà di nomina e revoca dei Ministri, potere tolto al Presidente della Repubblica
  • "devolution"
 Questo sito fu aperto nell'aprile 2005 come forma di opposizione alle riforme in corso. Chi è interessato può vedere come era il sito al giorno del referendum 2006

apri capitolo storia recente delle modifiche elettorali


2014 il Governo Renzi, con l'appoggio di Forza Italia, propone il cosidetto "Italicum". La Camera lo approva inizialmente il 12 Marzo 2013 e poi diventa la legge 6 maggio 2015, n. 52 (GU n.105 del 8-5-2015). È importante notare come questa legge valga solo per la Camera, dal momento che il Senato, in base alla riforma Costituzionale proposta dal Governo Renzi (vedi testo ufficiale e vedi testi comparati), non sarà più elettivo. Il sistema della legge elettorale Italicum è proporzionale con:
  • Premio di maggioranza. Il partito (non la coalizione!) più votato che superi il 40% dei voti guadagna il premio di maggioranza, ottenendo 340 seggi (su 630, pari al 54%). Nessun partito può mai avere più di 340 seggi. Nel caso che al primo turno nessun partito raggiunga il 40% dei voti si procederà al ballottaggio tra i due partiti più votati. I 340 seggi saranno assegnati a chi vincerà il ballottaggio (anche per un solo voto in tutta Italia).
  • Soglie di sbarramento. Entrano alla Camera dei deputati solo i partiti che ottengono più del 3% dei voti a livello nazionale o quelli che, presenti solo in una unica regione vi ottengono almeno il 20% dei voti
  • Liste bloccate. L'italia é suddivisa in 100 collegi e in ciascuno di essi il capo lista viene eletto indipedentemente dalle preferenze. Pertanto 100 parlamentari saranno nominati dai rispettivi partiti, poichè i capi lista sono necessariamente eletti essendo fuori dal voto di preferenza.
  • Candidature multiple. I capilista, quelli bloccati, possono candidarsi in massimo 10 circoscrizioni

Il 4 Dicembre 2013 con la sentenza n.1 del 2014 la Corte Costituzionale ha bocciato due punti della Legge Calderoli: l'attribuzione del premio di maggioranza e le liste bloccate. La Corte ha lasciato vigente una legge elettorale proporzionale depurata da qualsiasi premio di maggioranza (il cosidetto "Consultellum"). Le Camere restano operative secondo il principio di continuità delle istituzioni. Ecco la sentenza della Corte.

Nel Giugno del 2009 si tenne un referendum popolare che avrebbe potuto modificare la legge Calderoli spostando il premio di maggioranza dalle coalizioni ai partiti ed abolendo le candidature multiple (lasciando impossibile l'espressione del voto di preferenza). Ma non si raggiunse il quorum e il "porcellum" rimase in vigore.

Nel 2005 la legge Calderoli, chiamata "porcata" dal suo stesso estensore e quindi anche nota come "Porcellum", andando in controtendenza al risultato referendario del 18 Aprile 1993, ha modificato il precedente meccanismo misto in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze. Con questa legge sulla scheda elettorale sono presenti solo i nomi dei candidati premier e le liste sono bloccate.

Il referendum popolare del 18 Aprile 1993 introduceva un sistema misto prevalentemente maggioritario per l'elezione del Senato.

Lo stesso anno 1993 la legge Mattarella (nota anche come "Mattarellum") configurava un sistema elettorale maggioritario, corretto da una sensibile quota proporzionale pari ad un quarto dei seggi di ciascuna assemblea. Ogni partito proponeva un unico candidato in ciascun collegio/circoscrizione e gli elettori potevano fare la croce sul nome del candidato per loro migliore o, almeno, del meno peggiore. Il voto di preferenza non c'era più però esisteva, almeno per la quota maggioritaria, un collegamento diretto e certo tra il territorio e i suoi rappresentanti in Parlamento.

Il 9 Giugno 1991 un referendum popolare introduceva la preferenza unica per l'elezione della Camera. I promotori del referendum giustificarono la preferenza unica come sistema per porre fine alla possibilità di controllo malavitoso sul voto per mezzo delle combinazioni delle preferenze.

Dal 1946 al 1991 il sistema elettorale era proporzionale e gli elettori potevano esprimere tre preferenze.

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Nell'Aprile 2005 ho aperto questo sito per illustrare la riforma Costituzionale che la maggioranza di centro destra stava approvando in Parlamento nonostante la ferma contrarietà di tutta l'opposizione. Il mio scopo era diffondere la consapevolezza di quanto la riforma fosse pericolosa. Fortunatamente con il referendum del 25 e 26 Giugno 2006 il popolo italiano l'ha cancellata per sempre. Chi è interessato può vedere come era il sito al giorno del referendum 2006. E' impossibile dire se ed in quale misura questo sito abbia contribuito alla vittoria dei NO, ma mi piace pensare che il mio impegno non sia stato vano! Anche se non posso misurare l'utilità del sito a favore del fronte del NO (in termini di voti convinti), ho una idea abbastanza precisa di quante persone hanno letto pagine del sito e di quanti altri siti hanno messo link a pagine del mio. Debbo dire che su entrambi i fronti ho avuto grosse soddisfazioni! Conosco infatti con esattezza il numero dei lettori del sito poichè avevo inserito nelle pagine web un contatore di accessi. Il numero totale di accessi al sito fatti da persone fisiche è stato di 92137! leggi qui i dettagli degli accessi! Oggi è il 26 Giugno 2006 ed il referendum ha affossato per sempre la riforma del 2005. Dopo oltre un anno di attività finalmente posso riposarmi sapendo che non sono stati inutili ne i soldi spesi per acquistare e gestire il dominio web ne il (tanto) tempo impegnato nella creazione e nell'aggiornamento del sito.

Nel 2014 ho rimesso mano al sito in seguito alle modifiche costituzionali messe in atto dal Governo Renzi.

chi vuole dibattere sull'argomento può scrivermi qui


Tutte le mie personali opinioni espresse in questo sito sono basate sulle informazioni in mio possesso e riportate sul sito stesso. Qualora alcune di queste informazioni fossero errate vi prego di segnalarmelo affinchè io possa correggere i miei errori. Se in buona fede ho propagato informazioni false o errate, me ne scuso con quanti ne hanno fatto uso.




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